"Tú eres como yo, diferente de la mayoría de las personas, eres Kamala y nada más. Dentro de ti hay paz y un refugio a donde puedes ir a cada hora del día. Yo también puedo hacerlo. Poca gente tiene ese asilo y, sin embargo, todos lo podrían tener."
En este espacio comparto algo de mis sentires y pensares mientras recorro mi propia evolución, mi propio Despertar a mi STYLE. Reconozco que las palabras son sólo la punta de un gran iceberg de un constante experienciar de vivencias. Bitacoreo... DÍAS VIVIDOS en PRESENTE PERFECTO! jeje Un abrazote, Todas mis YO's by Brenda G. alias Kamala Telb
"Algo de mis Yo's Puntosuspensivadas (…)" by Brenda G. alias Kamala Telb
Siddharta y Kamala
Palabras de Siddharta a Kamala
Ujuuum....ASI MISMITO!!
martes, 8 de enero de 2013
Hermann Hesse dijo...[Siddharta... Kamala... Il bacio]
"Cuando alguien que de verdad necesita algo, lo encuentra, no es la casualidad quien se lo procura, sino él mismo. Su propio deseo y su propia necesidad le conducen a ello." Hermann Hesse
Camino al Despertar FB
Subido el 03/06/2010
Camino al Despertar FB
Subido el 03/06/2010
La mitad de la belleza depende del paisaje;
y la otra mitad de la persona que la mira. . .
Una reflexión de Hermann Hesse
Musica: "NoWhere" de David Clavijo
Montaje: Eloy Cánovas
Más sobre David Clavijo en http://www.davidclavijo.com
Subido el 22/06/2008
y la otra mitad de la persona que la mira. . .
Una reflexión de Hermann Hesse
Musica: "NoWhere" de David Clavijo
Montaje: Eloy Cánovas
Más sobre David Clavijo en http://www.davidclavijo.com
Subido el 22/06/2008
Y me contó la historia de una muchacha enamorada de una estrella, Adoraba a su estrella junto al mar, tendía sus brazos hacia ella, soñaba con ella y le dirigía todos sus pensamientos. Pero sabía o creía saber que una estrella no podría ser abrazada por un ser humano.......
Siddharta... Kamala... Il bacio...
Subido el 27/01/2010
« Belli sono i tuoi versi, bruno Samana, e vera-mente io non ci faccio un cattivo affare se ti do in cambio un bacio
Ella lo invitò a sé con gli occhi, chinò il proprio volto sul suo e gli posò la bocca sulla bocca, ch'era
come un fico appena spezzato. Lungamente lo baciò Kamala, e con profondo stupore Siddharta sentì
quanto ella lo istruisse, quanto fosse sapiente, quanto lo dominasse, ora respingendolo e ora attirandolo, e soprattutto intuì come dietro a questo primo bacio stesse una lunga, una bene ordinata, bene esperimentata serie di baci, l'uno dall'altro diverso, che ancora lo attendevano. Rimase lì esterrefatto, respirando profondamente, e in quel momento era come un bambino stupito per la copia del sapere e per la quantità di cose da imparare che gli si schiudono davanti agli occhi..." Tratto da: "Siddharta. Hermann Hesse."
Siddharta... Kamala... I'lncontro...
Subido el 27/01/2010
Siddharta... Kamala... Il bacio...
Subido el 27/01/2010
...Kamala batté le mani con forza, sì che i braccialetti d'oro tintinnarono.
« Belli sono i tuoi versi, bruno Samana, e vera-mente io non ci faccio un cattivo affare se ti do in cambio un bacio
Ella lo invitò a sé con gli occhi, chinò il proprio volto sul suo e gli posò la bocca sulla bocca, ch'era
come un fico appena spezzato. Lungamente lo baciò Kamala, e con profondo stupore Siddharta sentì
quanto ella lo istruisse, quanto fosse sapiente, quanto lo dominasse, ora respingendolo e ora attirandolo, e soprattutto intuì come dietro a questo primo bacio stesse una lunga, una bene ordinata, bene esperimentata serie di baci, l'uno dall'altro diverso, che ancora lo attendevano. Rimase lì esterrefatto, respirando profondamente, e in quel momento era come un bambino stupito per la copia del sapere e per la quantità di cose da imparare che gli si schiudono davanti agli occhi..." Tratto da: "Siddharta. Hermann Hesse."
Subido el 27/01/2010
"...Quello stesso giorno raggiunse, in serata, una grande città, e si rallegrò, poiché desiderava ardentemente trovarsi fra gli uomini. A lungo era vissuto nei boschi, e la capanna di paglia del barcaiolo, in cui aveva dormito quella notte, era stata, dopo molto tempo, il primo tetto che si trovasse ad avere sul capo.
All'ingresso della città, presso un bel boschetto cintato, s'imbatté nel pellegrino una piccola schiera di
servitori carichi di ceste. In mezzo a loro, in un'adorna lettiga portata da quattro persone, se-deva su cuscini rossi, sotto un parasole variopinto, una signora, la padrona. Siddharta si fermò presso l'ingresso del giardino e contemplò la sfilata del corteo, guardò i servi, le ancelle, guardò la lettiga e vide nella lettiga la dama. Sotto neri capelli acconciati a guisa di torre egli vide un volto luminoso, molto tenero, molto vivace, una bocca rossa come un fico appena spezzato, sopracciglia curate e dipinte in alto arco, occhi neri intelligenti e vivaci, collo fragile e sottile che emergeva dal corpetto verde e oro; le candide mani riposavano lunghe e strette, con larghi cerchi d'oro ai polsi.
Siddharta vide quanto fosse bella, e rise il suo cuore. S'inchinò profondamente quando la lettiga s'avvicinò, e rialzandosi spiò nel caro volto lumino-so, lesse per un istante nei vividi occhi sotto l'alto arco delle sopracciglia, respirò una ventata di pro-fumo ignoto. Sorridendo accennò un saluto la bella donna, per un attimo, quindi sparì nel boschetto, e dietro a lei i servi.
Così mi accosto a questa città, pensò Siddharta, sotto un dolce presagio. Avrebbe avuto voglia di entrare subito in quel giardino, ma si trattenne, e solo allora si rese conto del modo con cui servitori e ancelle
l'avevano considerato all'ingresso, con quanto disprezzo, con quanta diffidenza, con quanta repulsione.
Sono ancora un Samana, pensò, ancor sempre un eremita e un mendicante. Non posso rimanere in
questo stato; non così posso pretendere di entrare nel giardino. E rise.
Dalla prima persona in cui s'imbatté per strada s'informò del giardino e del nome di quella donna, e
apprese che quello era il giardino di Kamala, la celebre cortigiana, e che oltre a quel boschetto ella possedeva una casa in città.
Allora egli entrò in città. Adesso aveva uno scopo. Perseguendo questo scopo si lasciò inghiottire dalla città, s'immerse nella corrente delle strade, si fermò nelle piazze, riposò sui gradini di pietra in riva al fiume. Verso sera strinse amicizia con un garzone barbiere che aveva visto lavorare nell'ombra di un portico e poi aveva ritrovato, intento alla preghiera, in un tempio di Visnù. Gli raccontò le storie di Visnù e di Lakschmi, poi passò la notte dormendo presso le barche ormeggiate in riva al fiume e di buon mattino, prima che i primi clienti entrassero nella bottega, si fece radere la barba e tagliare i capelli dal garzone barbiere, nonché pettinare la chioma e ungere di essenze profumate. Poi andò a bagnarsi nel fiume.
Nel tardo pomeriggio, quando la bella Kamala giungeva in lettiga al suo boschetto, Siddharta stava all'ingresso, s'inchinò e ricevette il saluto della cortigiana. Ma all'ultimo dei servi che sfilavano in corteo egli fece un cenno e ordinò di annunciare alla signora che un giovane Brahmino desiderava parlarle.
Dopo un poco ritornò il servo, lo invitò a seguirlo, lo condusse silenziosamente in un padiglione dove
Kamala riposava su di un divano, e lo lasciò solo con lei.
«Non sei tu ch'eri là fuori già ieri e che m'hai salutata? » chiese Kamala.
«Certo: ti ho già vista ieri e ti ho salutata ».
«Ma ieri non avevi la barba, e i capelli lunghi e impolverati? ».
«Bene hai osservato, nulla è sfuggito al tuo sguardo. Tu hai visto Siddharta, il figlio del Brahmino,
che ha abbandonato casa sua per diventare un Samana e per tre anni è stato veramente un Samana. Ma ora ho abbandonato quella strada, e venni in questa città, e la prima in cui m'imbattei, allo ingresso di questa città, fosti tu. Per dirti questo sono venuto, o Kamala! Tu sei la prima donna a cui Siddharta parli altrimenti che con occhi bassi. Mai più voglio abbassare gli occhi, quando una bella donna mi sta di fronte »..." Tratto da: "Siddharta...Hermann Hesse"
All'ingresso della città, presso un bel boschetto cintato, s'imbatté nel pellegrino una piccola schiera di
servitori carichi di ceste. In mezzo a loro, in un'adorna lettiga portata da quattro persone, se-deva su cuscini rossi, sotto un parasole variopinto, una signora, la padrona. Siddharta si fermò presso l'ingresso del giardino e contemplò la sfilata del corteo, guardò i servi, le ancelle, guardò la lettiga e vide nella lettiga la dama. Sotto neri capelli acconciati a guisa di torre egli vide un volto luminoso, molto tenero, molto vivace, una bocca rossa come un fico appena spezzato, sopracciglia curate e dipinte in alto arco, occhi neri intelligenti e vivaci, collo fragile e sottile che emergeva dal corpetto verde e oro; le candide mani riposavano lunghe e strette, con larghi cerchi d'oro ai polsi.
Siddharta vide quanto fosse bella, e rise il suo cuore. S'inchinò profondamente quando la lettiga s'avvicinò, e rialzandosi spiò nel caro volto lumino-so, lesse per un istante nei vividi occhi sotto l'alto arco delle sopracciglia, respirò una ventata di pro-fumo ignoto. Sorridendo accennò un saluto la bella donna, per un attimo, quindi sparì nel boschetto, e dietro a lei i servi.
Così mi accosto a questa città, pensò Siddharta, sotto un dolce presagio. Avrebbe avuto voglia di entrare subito in quel giardino, ma si trattenne, e solo allora si rese conto del modo con cui servitori e ancelle
l'avevano considerato all'ingresso, con quanto disprezzo, con quanta diffidenza, con quanta repulsione.
Sono ancora un Samana, pensò, ancor sempre un eremita e un mendicante. Non posso rimanere in
questo stato; non così posso pretendere di entrare nel giardino. E rise.
Dalla prima persona in cui s'imbatté per strada s'informò del giardino e del nome di quella donna, e
apprese che quello era il giardino di Kamala, la celebre cortigiana, e che oltre a quel boschetto ella possedeva una casa in città.
Allora egli entrò in città. Adesso aveva uno scopo. Perseguendo questo scopo si lasciò inghiottire dalla città, s'immerse nella corrente delle strade, si fermò nelle piazze, riposò sui gradini di pietra in riva al fiume. Verso sera strinse amicizia con un garzone barbiere che aveva visto lavorare nell'ombra di un portico e poi aveva ritrovato, intento alla preghiera, in un tempio di Visnù. Gli raccontò le storie di Visnù e di Lakschmi, poi passò la notte dormendo presso le barche ormeggiate in riva al fiume e di buon mattino, prima che i primi clienti entrassero nella bottega, si fece radere la barba e tagliare i capelli dal garzone barbiere, nonché pettinare la chioma e ungere di essenze profumate. Poi andò a bagnarsi nel fiume.
Nel tardo pomeriggio, quando la bella Kamala giungeva in lettiga al suo boschetto, Siddharta stava all'ingresso, s'inchinò e ricevette il saluto della cortigiana. Ma all'ultimo dei servi che sfilavano in corteo egli fece un cenno e ordinò di annunciare alla signora che un giovane Brahmino desiderava parlarle.
Dopo un poco ritornò il servo, lo invitò a seguirlo, lo condusse silenziosamente in un padiglione dove
Kamala riposava su di un divano, e lo lasciò solo con lei.
«Non sei tu ch'eri là fuori già ieri e che m'hai salutata? » chiese Kamala.
«Certo: ti ho già vista ieri e ti ho salutata ».
«Ma ieri non avevi la barba, e i capelli lunghi e impolverati? ».
«Bene hai osservato, nulla è sfuggito al tuo sguardo. Tu hai visto Siddharta, il figlio del Brahmino,
che ha abbandonato casa sua per diventare un Samana e per tre anni è stato veramente un Samana. Ma ora ho abbandonato quella strada, e venni in questa città, e la prima in cui m'imbattei, allo ingresso di questa città, fosti tu. Per dirti questo sono venuto, o Kamala! Tu sei la prima donna a cui Siddharta parli altrimenti che con occhi bassi. Mai più voglio abbassare gli occhi, quando una bella donna mi sta di fronte »..." Tratto da: "Siddharta...Hermann Hesse"
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Kamala Telb | Brenda González
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